Pace,

senza simboli, se non colori di umanità, colombe svolazzanti su residui passati di armi dimenticate

Pace,

che sia quella della poesia di Edoardo De Filippo, che auguro a tutti,

che sia quella di non vedere bambini martoriati,

che sia quella della dignità umana resa libera da soprusi.

Pace,

a te arrogante di principi di potere.

Pace,

a te senza sogni, ché ne trovi uno che sia impossibile,

che ti impegni una vita a cercalo,

perché infine incontrerai l’umanità.

Pace,

ai senza sogni realizzati e quelli sperati,

alla vita di lotta e paura.

Pace,

alla maternità femminile, libera senza mani violente.

Pace.

A te che non capisci le mie parole, che la tua violenza sia terrore quotidiano osservando il mio desiderio di Pace.

Già,

Pace desiderata e conquistata ogni giorno tra lacrime e speranze.

Pace,

alle speranze, se queste sono sorrisi di bimbi.

Pace,

alla mia ignoranza e al bambino che mi accoglie nei miei reconditi ricordi.

Pace.

Ora silenzio, che desidero ascoltare le voci dell’umanità.

Pace.