Osare.

Fu così il primo passo, insieme “Attento che cadi”.

Fu così il secondo, osservato, insieme a “Bravo”.

Fu così il terzo, insieme “Va che il mondo è tuo.”.

Fu così la prima caduta.

Solitaria, poi la fatica di alzarsi.

Osare.

Senza attendere la fine del respiro.

Così, ancora il prossimo passo,

Forse.

Con segni del passato che raccolgono saggezza.

Osare

A te,

che non hai calpestato l’ardire dei passi solitari.

A te,

ricordo,

che il respiro, parole che sai dire,

ti appartengono.

Osa.

 

Immagine presa da qui:http://dinewallpapers.blogspot.it/2014/09/alone-boy-walking-on-railway-track.html