Note scritte, dopo una discussione su storie complicate e convenienza d’andare a camminare su percorsi sicuri.  Ora diventano poesia, la mia poesia!

 

Il buio che accompagna l’avanzare di paure,
l’incomprensione dell’accaduto,
come quando le mani coprono gli occhi.

Il buio,

momento che non sai o non puoi cavalcare.

E allora,
qualsiasi cosa che ti illumini,
tolga o aiuti a mandar via le paure,
a comprendere l’incomprensibile,
togliere le mani dagli occhi
per vedere cosa ti stia accadendo:
è come un punto di luce in una stanza buia!

Sia qualsiasi cosa:
una passione,
un sorriso di un bimbo,
un’emozione,
un canto di un gallo,
il piacere della donna vicina
o semplicemente lo sguardo su un paesaggio che piace o emoziona,
un amplesso,
una carezza alla persona che ami.

Sia qualsiasi cosa che illumini l’animo.

Preferisco essere riscaldato da quelle fiammelle!

Non le spegnerò mai,
non seguirò consigli
per abbandonare la stanza buia, 

andare in luoghi con luci più splendenti e sicure.

 

No, non spegnerò,
mai,
quelle piccole ma luminose e calde luci.

Voglio vivere il risveglio
come in una stanza buia,
all’improvviso illuminata da quelle fiammelle.

Preferisco scottarmi con queste fiammelle
se danno così tanto ardore alla mia vita.

No,
non andrò in stanze illuminate
quel tanto che basta per darmi tranquillità
e non passione, amore, emozioni.

Voglio la vita tutta con il suo buio,
le sue improvvise fiammelle
e il rischio di scottarmi
per averle osservate e toccate.

Avrò vissuto con vivide fiammelle e non con fredde ragioni!

Così,
posso prendermi la mia alba dopo la notte trascorsa nel buio!