“… da quando è caduto il muro di Berlino ne sono stati eretti altri mille, materiali (Messico/Usa; Israele/Palestina, Pakistan/India .….ultimo Ucraina/Russia) e non (vedi la disuguaglianza globale e i muri europei «a mare» nel Mediterraneo e di terra a Melilla, contro i migranti). Non proprio una festa.”
Parlare di futuro senza riflettere sulla storia che si è vissuto è solo velleità. Mi sento un “nonno” non per dire “ai giovani cosa devono fare, per carità, ma perché vorrei che almeno due generazioni uscissero dal mutismo in cui hanno finito per rinchiudersi, intimiditi da rottamatori di destra e di sinistra.”
Il muro di Berlino cadde ma pochi sono stati capaci di far tesoro di quello che rappresentò, sia nella riflessione su una rivoluzione che ci fu, delle conseguenze che seguirono con i risultati positivi e gli errori.
Pochi ricordano che quel muro cadde anche perché qualcuno, Gorbachov, aveva iniziato un processo di democratizzazione e rimase isolato. Non fu adeguatamente supportato dall’occidente e dagli stessi partiti comunisti, nel resto del mondo.
Non dico altro, questo articolo sul Manifesto di Luciana Castellina “Dov’è la festa” , Il muro di Berlino. L’89, un passaggio ambiguo non solo gioiosa rivoluzione libertaria è una lettura sana, riflessiva e adeguata nel momento storico che si parla a sproposito di “essere di sinistra”.
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